Esistono due specie di Cannabis generalmente utilizzate per ottenere la marijuana (da utilizzare a scopo medico o ricreativo) , la Indica e la Sativa.
Tutte le tipologie di piante coltivate a scopo commerciali sono derivate dalle due tipologie originali o sono un incrocio tra di esse.
La Cannabis Sativa cresce soprattutto nei climi caldi e sfrutta stagioni molto lunghe nelle quali può giungere a maturazione. La si trova soprattutto in Thailandia, India, Messico e Colombia.
La Cannabis Indica è originaria della regione montuosa dell’Hindu Kush, tra India, Pakistan e Afghanistan.
Indica e Sativa hanno caratteristiche differenti sul piano morfologico, della coltivazione e degli effetti che inducono. L’ibridazione è la via più utilizzata per ottenere piante in grado di esaltare/modificare gli effetti di entrambi i tipi.
La Cannabis Sativa è una pianta che si sviluppa molto in altezza, con una struttura slanciata.
I tempi di fioritura sono generalmente lunghi, compresi tra le 9 e le 12 settimane.
Le sue gemme sono grandi e si sviluppano individualmente per tutta la lunghezza dei suoi rami, inoltre, sono caratterizzate da un odore lieve e meno percettibile rispetto a quelle dell’Indica.
La pianta della Cannabis Indica è compatta e robusta, e si sviluppa meno in altezza rispetto alla Sativa.
Per le sue caratteristiche di resistenza si presta molto meglio alla coltivazione indoor.
Le sue gemme tendono ad essere dense, pesanti e a svilupparsi in grappoli attorno ai punti internodali dei rami.
Sono caratterizzate da un odore fragrante e pungente.
I tempi di fioritura dell’Indica sono più rapidi, tra le 6 e le 9 settimane.
La risposta è sì.
Guardando attentamente le foglia della pianta di cannabis, un occhio attento intuirà subito se si tratta di una pianta di Cannabis Sativa o Indica.
La cannabis Sativa si presenta con una foglia più lunga ed esile, con dei bordi leggermente dentellati e di colore più chiaro ed acceso rispetto alla pianta della Sativa.
La cannabis Indica invece si presenta con le foglie più corte e larghe rispetto alla sativa. Le foglie hanno il bordo meno dentellato e il colore delle foglie è di un colore più scuro.
(Foglia di cannabis Indica)
(Foglia di cannabis sativa)
Le sostanze psicoattive più importanti che si trovano nelle piante di Cannabis sono il THC, tetraidrocannabinolo, e il CBD, cannabidiolo.
Il primo è il principio attivo più importante, con effetti soprattutto eccitanti. Il CBD, invece, ha un effetto più rilassante e distensivo e in determinati casi soporifero.
La differenza principale tra la Cannabis Sativa e la Indica risiede nella differente concentrazione dei due principi attivi e nel loro rapporto.
La Indica ha un rapporto tra CBD e THC più elevato e di conseguenza ha un effetto maggiormente rilassante e distensivo.
La Sativa è particolarmente conosciuta proprio per la minore concentrazione di CBD, che induce un effetto meno soporifero e più stimolante.
L’effetto stimolante della sativa sembra essere maggiormente indicata negli scopi medici, per la terapia quotidiana del dolore, attivando il cervello e migliorando la capacità del paziente di svolgere le sue mansioni quotidiane.
Tra le due specie, la Sativa è la più difficile da coltivare in ambienti chiusi e richiede maggiore esperienza e competenza rispetto alla Indica.
Per questa ragione, in genere, si tendono a creare ibridazioni che, pur mantenendo l’effetto psicoattivo elevato della Indica, la rendano più resistente alla cultura indoor.
L’ibridazione, in generale, permette di trovare le giuste mediazioni tra i principi attivi delle due specie per massimizzarne gli effetti, soprattutto in ambito terapeutico.
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