Oggi ospitiamo un articolo scritto per noi da Il Ganjanauta, autore di un blog sulla cultura della marijuana in Italia.
Nell’articolo parleremo di come la marijuana agisca sulla memoria e sfateremo alcuni miti molto radicati nell’immaginario comune.
Non è un segreto che la marijuana può incidere sulla memoria di una persona. Oggi giorno il consumatore abituale di marijuana è spesso percepito come qualcuno che ha frequenti vuoti di memoria o che risulta assente.
Ma cosa dice la scienza in merito, e soprattutto, c’è una qualche verità dietro questa credenza popolare?
Il Tetraidrocannabinolo (THC), il principale componente psicoattivo presente nella marijuana, è conosciuto per indebolire quasi tutti gli aspetti della memoria. Ma c’è un’eccezione. Il THC non incide sulla memoria a lungo termine.
L’effetto più ovvio del THC e quello di interrompere la memoria a breve termine. Questo vuol dire che è più difficile creare nuovi ricordi quando si è in botta. Il THC inoltre indebolisce la consolidazione della memoria a breve termine all’interno memoria a lungo termine, il che rende più difficile ricordare ciò che è accaduto durante la “fattanza”, e anche dopo che si ha smesso.
Ma il THC non compromette la capacità di ricordare i ricordi già esistenti. Questo vuol dire che i fumatori di marijuana ricordano senza problemi il loro nome e indirizzo di casa, non importa quanto essi siano strafatti. Allo stesso modo, l’uso di marijuana non causa perdite di memoria, nè porta alla demenza.
A conferma di ciò, numerosi studi riguardanti gli effetti della marijuana sulla memoria umana che hanno utilizzato tecniche di digit span e verbal recall, hanno dimostrato una diminuzione delle capacità di memoria, inclusi errori di omissione o di risposta errata. La maggior parte degli errori hanno riguardato il mancato ricordo dei dettagli degli elementi narrati, piuttosto che degli elementi principali. Da questi test è comunque risultato che il ricordo delle informazioni apprese in precedenza non ha subito alcun effetto.
Gli esperti credono (http://www.leafscience.com/2014/06/23/alzheimers-caused-loss-cannabinoids-study-shows/) che il sistema di endocannabinoide del corpo – sistema biologico costituito dalla naturale presenza nel corpo umano dei principali composti della marijuana – agisce come regolatore durante formazione della memoria. Specificatamente, sembra funzionare come una sorta di filtro che impedisce al cervello di venire sovraccaricato con ricordi inutili o irrilevanti.
Gli effetti del THC sulla memoria sembrano dipendere dalla dose, ciò significa che dosi maggiori hanno effetti più forti. Alcuni studi (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12921345) però mostrano che i fumatori frequenti di marijuana tendono ad essere più tolleranti ad essa e ai suoi effetti.
Altri studi (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20884951) suggeriscono che il Cannabidiolo (CBD) possa agire per ridurre l’indebolimento della memoria dovuto al THC. Purtroppo non esistono sufficienti ricerche che confermino con certezza che ciò è vero, ma il fatto che il THC indebolisca la memoria è motivo di preoccupazione soprattutto in caso di utilizzo cronico. Comunque alcuni studi (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17019571) hanno scoperto che l’indebolimento della memoria si nota meno, o in alcuni casi è del tutto assente, nei fumatori pesanti, i quali, molto probabilmente, hanno sviluppato una maggiore tolleranza.
La buona notizia è che l’indebolimento della memoria non sembri essere un effetto permanente. Gli studi dimostrano che le funzioni della memoria nei fumatori di lungo corso, ritorna alla normalità una volta che si è smesso di fumare marijuana.
Se l’indebolimento della memoria è il lato negativo per molti fumatori di marijuana, il THC aiuta alcune persone a dimenticare i brutti ricordi.
Infatti molti studi (http://www.annualreviews.org/doi/abs/10.1146/annurev-psych-113011-143739) dimostrano che il sistema degli endocannabinoidi è direttamente coinvolto nella scomparsa dei ricordi negativi, agendo direttamente su di essi, facilitandone la scomparsa.
Leweke, ha scoperto che l’uso della marijuana non ha alcun effetto particolare nel richiamare più alla memoria parole cariche di emozioni “negative” rispetto ad altre parole; ma curiosamente le parole considerate cariche di emozioni “positive” sono state ricordate molto più frequentemente.
Il THC quindi, sembra promettere bene nel trattamento dei disordini connessi all’ansia, come il disordine da stress post traumatico (PTSD). Gli esperti credono che la marijuana possa aiutare i pazienti con PTSD a superare i ricordi traumatici migliorando la loro capacità di dimenticare.
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